Carla Porta Musa (La scrittrice lieve)
Ricordo lei e le casa che le assomigliava. Un villino grazioso di inizio Novecento, interamente coperto d'edera, unica abitazione a due piani rimasta in mezzo a palazzoni alti il triplo, il quadruplo, che la sovrastavano senza annientarla. Anzi, per chi sapeva scorgerla, quella casa spiccava ancor più, appiglio e opposizione resistente all'inesorabile tempo che passa. Carla Porta Musa ha vissuto fino a centodieci anni compiuti, con la lievità dei gerridi, gli insetti che hanno l'abilità di scivolare sull'acqua senza affondare, poggiando i tarsi delle zampe come per pattinare, sfidando la nostra idea di gravità e di superficie solida o liquida. Non fu l'unico nostro incontro, anche se sono altri i colleghi che l'hanno conosciuta meglio. Da parte mia, il ricordo più fulgido è quando mi raccontò che da bimba aveva visto Buffalo Bill esibirsi con i pellerossa a Como, al Pra' Pasqué, dove qualche anno dopo costruirono il vecchio - ora - stadio Sinigaglia. Quel